Il muro di Berlino (in tedesco Berliner Mauer) era una cinta muraria che divise Berlino dal 1961 al 1989 durante gli anni della Guerra Fredda. Costruito dalla Repubblica democratica tedesca a partire dal 13 agosto 1961, aveva la finalità di separare la parte Ovest della città, controllata dalle forze americane, francesi e britanniche, dalla parte Est, controllata dai sovietici.
Il Muro negli anni servì anche a evitare l’emigrazione massiccia dai paesi appartenenti all’ormai crollata URSS, e rese reale e tangibile quella “cortina di ferro” che separava, sia concettualmente che politicamente, l’Europa occidentale dal blocco orientale durante la guerra fredda.
Poco è rimasto del Muro di Berlino nel suo sito originale, distrutto quasi ovunque. Molti pezzi del Muro sono stati danneggiati, sia dalla gente del posto che odia pensare a quegli anni, sia dai turisti, che si sono appropriati di frammenti da portare a casa come souvenir.
Soltanto tre lunghi tratti sono ancora in piedi:
Altri frammenti isolati, lampioni, posti di blocco come il famoso Checkpoint Charlie e un paio di torri di guardia restano ancora oggi visibili in varie parti della città.
La parte che mantiene ancora oggi l’aspetto più originale dell’autentico Muro di Berlino è senz’altro il tratto attorno a Bernauer Straße, dove oggi sorge il Memoriale e centro di documentazione del Muro di Berlino.
Per giustificare la costruzione del muro, sia dalla parte Sovietica che dalla parte occidentale, furono trovate varie scuse ufficiali per addolcire la pillola ai residenti della città, che da un giorno a un altro si trovarono letteralmente imprigionati.
Se da una parte si diceva che l’occidente voleva proteggersi dalla continua migrazione dei cittadini dell’Est Europa per scongiurare una presa di potere della Russia sul fronte Occidentale, dall’altra la Repubblica socialista affermò che l’erezione del muro, tra l’altro sul suolo di sua occupazione, avrebbe rappresentato un “baluardo antifascista” e avrebbe evitato che spie occidentali potessero intromettersi sul territorio orientale.
Il muro di Berlino era lungo più di 140 chilometri. Nel giugno 1962, venne costruita una seconda cinta parallela circa 100 metri più lontano, nel territorio della Germania Est. Le case contenute tra le recinzioni furono rase al suolo e gli abitanti trasferiti, stabilendo così quella che più tardi divenne nota come striscia della morte, che venne ricoperta di sabbia o ghiaia rastrellata, rendendo le impronte facili da notare e consentendo l’individuazione di eventuali intrusi.
Il muro fu più volte rivisto fino al 1980, quando fu terminato l’ampliamento con il cosiddetto “Stützwandelement UL 12.11“, costruito con 45.000 sezioni separate di cemento armato. La parte superiore della parete fu rivestita con un tubo liscio, destinato a rendere più difficile la scalata e i tentativi di scavalcarlo.
Il muro fu rafforzato con recinzioni di maglia, filo spinato, cani da guardia e chiodi, oltre che con 116 torri di guardia e 20 bunker. Questa versione del muro è quella che più comunemente si trova nelle fotografie, e ed è quella che rimane oggi ancora visibile in alcuni tratti della città.
Sotto i venti di rivoluzione che avevano interessato la vicina Cecoslovacchia, anche nella Germania Est iniziarono a farsi sentire sempre più forti le manifestazioni contro il regime comunista.
Contestualmente l’ondata di profughi che lasciavano la Germania Est per l’Occidente continuava ad aumentare, passando attraverso gli altri stati dell’Europa. Divenne inevitabile iniziare a pensare che la politica ferrea sul mantenimento della divisione fra le due parti della città fosse insensata.
Il Partito Socialista Unitario della Germania varò quindi nuove regole per poter dare ai cittadini il permesso di varcare il muro; la notizia si diffuse in modo virale tant’è che la sera stessa della video diffusione della notizia migliaia di cittadini si ritrovarono lungo il muro a chiedere di poter passare dall’altra parte.
Il caos era ormai diffuso per le strade, le guardie di frontiera si trovarono spaesate e gli stessi ufficiali capirono di dover cedere all’austerità tenuta fino ad ora. I primi posti di blocco furono aperti, nessun controllo venne più mantenuto fatto e le due parti della città si riunirono la sera del 9 novembre 1989.
Il 13 giugno del 1990 l’esercito tedesco orientale iniziò ufficialmente lo smantellamento del Muro di Berlino, a partire da Bernauer Straße e poi in tutto il quartiere Mitte. La caduta del Muro ha segnato il primo passo fondamentale verso la riunificazione tedesca, che formalmente si concluse soli 339 giorni dopo, il 3 ottobre 1990, con la dissoluzione della Germania Est.
Berlino è la capitale della della Germania e considerata a tutti gli effetti oggi una delle città più importanti d’Europa. Ma dal 1961 al 1990 la città fu divisa in due dal Muro, separando la zona est da quella ovest.
La zona Est fece parte della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) posta sotto il controllo sovietico. Berlino Est era inizialmente composta da 8 distretti urbani (Stadtbezirk) assegnati al settore di occupazione sovietico.
Friedrichshain, posto immediatamente ad est del centro cittadino e toccato dal fiume Sprea, caratterizzato da grandi palazzi realizzati con la tipica architettura socialista. Nel 1981, al suo interno venne inaugurato il centro sportivo Sport und Erholungszentrum (SEZ), il maggiore dell’intera città.
Secondo distretto era Köpenick, posto all’estremità sud-orientale della città, dove possiamo trovare l’omonimo castello ed il celebre stadio An der Alten Forsterei nel quale si all’allena l’Union Berlin, seconda squadra cittadina.
Altro distretto molto importante era il Mitte, letteralmente il centro, che corrispondeva, e tuttora corrisponde, al centro storico della città. Al suo interno troviamo Alexanderplatz, la principale piazza della città, la stazione cittadina e la Porta di Brandeburgo, simbolo di Berlino e probabilmente dell’intera Germania.
I distretti di Lichtenberg, Weißensee e Treptow si trovavano nella zona centrale (poi accorpati nel grande distretto di Pankow). Prenzlauer Berg, fino al 1961, era uno dei distretti con la maggiore densità di popolazione, quando però passò sotto il controllo sovietico, questi attuarono uno stravolgimento architettonico dei quartieri, con l’allargamento delle strade e l’aumento degli spazi verdi, oltre che l’abbattimento di numerosi vetusti edifici. Il quartiere divenne celebre sul finire degli anni Ottanta, ospitando molti oppositori (dai punk agli evangelici) del regime della DDR.
La zona Ovest di Berlino faceva parte della Repubblica Federale Tedesca. Berlino Ovest era composta da 12 Bezirk (distretti in italiano) e tre settori amministrativi, a guida statunitense, britannica e francese.
Nel settore statunitense si trovavano per la precisione:
Nel settore britannico troviamo invece:
L’ultimo dei tre settori di Berlino Ovest era il settore francese: si trovava nella zona nord-occidentale di Berlino e consisteva nei distretti di Reinickendorf e Wedding, dove si può ammirare il Siedlung Schillerpark, un complesso residenziale considerato Patrimonio dell’Umanità.
Le City Card permettono di risparmiare sui mezzi pubblici e/o sugli ingressi delle principali attrazioni turistiche.